Profilo artistico

A.Mirando-foto-biografiaLa passione per l’arte era innata nel mio essere già dall’infanzia, ovunque trovassi qualcosa su cui disegnare e colorare, liberavo la mia immaginazione.
A scuola, nelle materie artistiche, ottenevo sempre buoni voti, e la mia insegnante alla conclusione della scuola dell’obbligo, consigliò ai miei genitori di farmi frequentare corsi di preparazione professionale di artigianato artistico, e in quel tempo, il mio più grande sogno divenne proseguire gli studi in tal senso.
Mia madre, purtroppo, mi ostacolava in tutti i modi, tanto che scoppiò una vera e propria guerra a oltranza; per lei era un concetto astratto che mi realizzassi come artista, il suo sogno era che diventassi una ragioniera o dottoressa, come vanto di avere una figlia con un lavoro stimato e sicuro. A quel punto, come motivo di ribellione, scappai di casa. Allora minorenne, fui ripresa dalle forze dell’ordine le quali minacciarono che a una prossima denuncia da parte dei miei, si sarebbero aperte per me le porte del riformatorio. Infine, dopo continui litigi, i miei genitori si arresero, ma dal momento che accettarono la mia richiesta di conseguire quel tipo di scuola, era diventato troppo tardi per le iscrizioni e, per non perdere un anno, mi ritrovai a frequentare un corso di figurinista. Nonostante non mi dispiacesse il settore della moda, il mio sogno nel cassetto rimaneva approfondire la materia dell’arte, orientata verso il liceo o l’accademia. Ricordo che andammo insieme a informarci al liceo artistico, che allora non aveva una buona reputazione, in quanto era spesso occupato da studenti politicizzati… stiamo parlando degli anni 1976/1977. Mia madre rimase scandalizzata nel vedere dei ragazzi con i capelli lunghi e i jeans strappati, pertanto fu un no definitivo, negandomi qualsiasi aiuto per un futuro come artista. Io, continuavo a liberare il mio lato creativo e dopo aver superato l’esame del corso di Figurino con ottimi voti, 88 su cento, con la cartellina dei miei disegni, girai tutta Torino alla ricerca di un laboratorio di sartoria dove poter proporre i miei bozzetti. Trovai un atelier di abiti da sposa, dove al mattino la titolare mi faceva lavorare come commessa nel suo negozio, mentre nel pomeriggio disegnavo i modelli per la sartoria, ubicata al piano superiore dell’esercizio; tutto questo per la misera somma di 25.000 lire alla settimana (accettai mio malgrado, anche per dimostrare a mia madre che desideravo lavorare), la proprietaria tagliava e cuciva gli abiti, ispirandosi ai bozzetti da me suggeriti. Una mia creazione vinse un premio, come vestito da sposa più originale, anche se il mio nome non figurò come l’autrice, i meriti andarono invece, alla proprietaria del negozio, la quale mi diede come compenso una copia del vestito, che, in seguito, indossai al matrimonio di mio zio. Dopo quell’esperienza dovetti accontentarmi di lavori saltuari e, varie vicissitudini, ostacolarono ancora una volta i miei sogni, tuttavia, continuai a disegnare per hobby.
Arrivò il momento in cui riuscii a trovare la mia autonomia, aprendo un’attività in proprio; fu allora che conobbi un pittore quotato e richiesto. Iniziammo una collaborazione: mi portava dei soggetti da disegnare che successivamente lui dipingeva e vendeva. Mi propose di iscrivermi a un circolo di artisti e per la prima volta iniziai a partecipare alle mostre collettive; in quel contesto mi sentivo realizzata ed ebbi l’opportunità di conoscere e interagire con molti altri pittori e scultori.
Nonostante i miei continui sforzi, l’arte non mi garantiva lauti guadagni, così dovendo prendermi cura anche di una figlia e lavorando per l’impresa di pulizie che avevo avviato per sostenermi economicamente, in quanto ero anche andata a vivere per conto mio, i miei desideri d’artista ebbero di nuovo un’interruzione, in ogni caso, quando se ne presentava l’occasione, tenevo viva la mia creatività accettando piccoli lavori: mi capitò di realizzare per una ditta di compressori un cartellone pubblicitario comprensivo di slogan, come pure per una ditta di macchine per gelaterie artigianali. In seguito, mi dilettai a dipingere anche vetrine di negozi e cartoncini per matrimoni, disegnato e dipinto etichette per liquori insieme a bottiglie per una ditta di vini. Per un bar, colsi l’occasione di disegnare cartoncini umoristici, trovai anche da fare qualche ritratto. Sono capitate anche occasioni importanti di lavoro, ma con una figlia piccola da crescere non ho potuto coglierle, in quanto ero sola, senza un compagno al mio fianco e, l’unica che si prestava a darmi una mano, era mia madre. Poi misi su famiglia e altre problematiche ostacolarono il mio cammino artistico. Dopo qualche anno ci fu un altro incontro importante con un artista quotato, scomparso recentemente, il quale mi incoraggiò a riprendere seriamente, e di nuovo partecipai attivamente alle mostre. Spesso andavo a trovarlo nel suo studio e lì lo osservavo dipingere, ero affascinata dalla sua genialità, dalla sua grandezza e profondità d’animo. Amavo la sua pittura polimaterica e questo mi convinse che era ciò che stavo cercando, si avvicinava di più al percorso artistico che desideravo intraprendere. Osservare per assimilare il lavoro di alcuni maestri pittori e scultori e poi sperimentare per conto proprio, è stata la migliore scuola. Nel tempo ho scoperto il mio stile, ispirato a un neorealismo surrealista, come lo definì allora il mio amico artista. L’esperienza mi ha fatto da guida e penso sia stata la migliore tattica vincente. Negli ultimi anni ho ripreso a considerare le mostre collettive e da un paio d’anni mi sono iscritta a un’importante associazione d’arte. Insieme al mio curatore artistico e direttore creativo, Fabio Saolini e, a un altro bravo artista, Ascanio, stiamo organizzando una mostra personale che si terrà il prossimo ottobre a Milano.
Riguardo alla scrittura è stata una rivelazione, un percorso diverso, quasi accidentale. Ho sempre amato le materie letterarie e scrivere mi faceva sentire emotivamente soddisfatta, per questo motivo ho cominciato su un diario, perché come le lacrime possono essere asciugate dal vento o come la pioggia può confonderle, così la scrittura può rivelarsi efficace e riuscire ad arginare gli effetti nefasti delle tensioni interiori e provare, come diceva “Pablo Neruda” un senso di pace. I motivi che ti portano a scrivere sono molteplici… in memoria di un ex, care assenze, oltre l’umano… alla ricerca del passato, per cui non devono essere giorni bruciati ma visioni per farne letteratura. I pensieri ispirati diventano poesie e racconti e persino il dolore può diventare “potenza creatrice”. Iniziando questo percorso e condividendo con conoscenti e amici i miei versi, mi accorsi che suscitavano un certo interesse; incoraggiata poi da una mia parente cominciai a pubblicarli, inizialmente con altri autori. Alcune mie opere, sia letterarie che pittoriche, sono state realizzate da uno stesso stile e pensiero, realtà, sogno e inconscio, “il surrealismo”. L’anno scorso ho racchiuso tutte le mie opere, sia letterarie che pittoriche, nel mio primo libro, interamente personale… “DIMENSIONI ONIRICHE – L’arte, una scorciatoia tra noi e i nostri sogni“.
Alla mostra personale dei miei quadri includerò la presentazione del mio libro insieme alla moderatrice Floriana autrice Naso e, insieme a lei, avrò l’opportunità di parlarne.